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Aree boscate

Le aree boscate presenti nel territorio del Comune di Corato sono:

  1. Contrada Sansanelli – il bosco si estende per Ha. 137.51.00, è composto principalmente da conifere, dista circa 10 Km. dall’abitato; confinante con canale EAAP a valle, Masseria Sansanelli a Ovest, Masseria Cecibizzo a Est e Iazzo Tarantini a Sud.
  2. Contrada Stracciacappiello (Masseria di Cimadomo Carmine) – il bosco si estende per Ha.91.28.26, composto per Ha. 48.06.00 di conifere e Ha. 43.22.26 di roverelle, dista circa 13 Km dall’abitato ed è attraversato dalla Strada Provinciale n. 19 Corato-San Magno-Poggiorsini.
  3. Contrada Stracciacappiello – il bosco, composto essenzialmente da roverelle, si estende per Ha. 61.71.00 ed è ubicato a destra salendo dalla Strada Provinciale n. 19 Corato-San Magno, confinante con canale EAAP e Masseria La Grotta.
  4. Contrada Boschigni – il bosco si estende per Ha. 07.37.46, è composto essenzialmente da quercia e trovasi sul lato sinistro della vicinale Basilicata o Torre Mascoli.
  5. Contrada Masserie Nuove – il bosco si estende per una superficie pari a Ha. 111.80.00, è composto essenzialmente da roverelle, trovasi lungo la II^ Mediana di San Magno e dista circa 15 Km. dall’abitato.

I suddetti boschi, generalmente, risultano ubicati nelle vicinanze di masserie ed il loro sottobosco solitamente è composto da steppa.
Le caratteristiche vegetazionali dei boschi di cui trattasi sono le seguenti:

  • il bosco ad alto fusto di conifere è costituito per la maggior parte da pino marittimo (Pinus Pinaster) che non raggiunge grandi altezze, sotto il quale si sviluppa la tipica vegetazione mediterranea sempreverde. E’ composta da essenze ricche di resina con foglie molto dure (sclerofille) adatte a contenere la perdita di acqua in presenza di un clima e un suolo molto aridi. Per resistere alle condizioni climatiche, viene eliminato il ricambio autunnale delle foglie e le piante sono, perciò, dette sempreverdi;
  • il bosco deciduo misto, in particolare è presente laddove le condizioni del suolo e la piovosità consentono al bosco misto di latifoglie di prendere gradualmente il sopravvento sulla macchia sempreverde. Le piante che lo compongono non sono particolarmente resinose e in autunno perdono le foglie che, nella stagione vegetativa, restano relativamente ricche di acqua. Il bosco deciduo misto è normalmente sfruttato dall’uomo che interviene con il taglio colturale ad intervalli regolari di tempo. E’ perciò comunemente chiamato anche bosco ceduo (dal latino: Coedere=Taglio). In alcune zone forestali protette, ove lo sfruttamento del legname non è consentito, il bosco ceduo si evolve alla stato di macchia primaria con piante ultracentenarie ed un fitto sottobosco;
  • il bosco ceduo degradato è il risultato di incendi e pascoli scriteriati che hanno trasformato la maggior parte dei boschi decidui in ambienti degradati, ove le presenze di arboree non riescono a superare il livello del sottobosco o si presentano in formazioni fortemente diradate con ampie radure occupate dal rovo. Nel linguaggio comune tale involuzione è definita ceduo degradato;
  • la gariga è la forma degradata della macchia sempreverde ove scompare la specie ad alto e medio fusto e le essenze cespugliate si riducono di dimensioni;
  • i cespugliati sono costituiti da zone prevalentemente occupate dalle essenze cespugliose tipiche del sottobosco del bosco deciduo misto, con la presenza della Ginestra comune che spesso è esclusiva. Anche il Rovo ed il Pruno formano associazioni pressoché esclusive che preparano le condizioni per una successiva ricostituzione del bosco misto;
  • i pascoli naturali, considerati tali quelle zone in cui si sono avute pratiche millenarie di pascolo ed hanno visto sparire tutte le essenze arboree e cespugliose. Ci troviamo, pertanto, in habitat caratterizzati esclusivamente da una variegata flora erbacea in cui prevalgono le graminacee.

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